giovedì, Aprile 25, 2024
Sentenze italiane

Dati sanitari: privacy fino a che punto?

Sicuramente i giudici hanno lavorato su elementi oggettivi, che non abbiamo disponibili, per cui non vogliamo certo contestarne le conclusioni. Tuttavia lascia perplessi la decisione del Tribunale di Ravenna, che non ha considerato illecito comunicare al marito alcuni dati sanitari relativi alla moglie. Questi, in sintesi, i fatti: una signora si è recata in ospedale per un’interruzione volontaria di gravidanza e si è allontanata prima di ricevere istruzioni sulla terapia da seguire. Un’infermiera ha quindi telefonato al marito (non sappiamo se trovando il numero sull’elenco o in qualche altro modo, oppure se fosse stato comunicato dalla paziente, circostanza che può fare la differenza) dando alcune istruzioni. Il Garante ha imposto una sanzione di 50.000euro, che il Giudice ha revocato, ritenendo che la mera comunicazione di una terapia – nell’interesse della paziente – non violasse alcuna norma, posto che una chiamata da un reparto di ginecologia non comporta né un ricovero né necessariamente un’interruzione di gravidanza. Però, d’altra parte, se la moglie aveva detto di essere uscita con le amiche, qualche problema può nascere. Insomma, circostanze specifiche, ma -come al solito – poca certezza di diritto.

Non viola la privacy il reparto che comunica al marito un cura per la moglie

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