venerdì, Aprile 26, 2024
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WhatsApp: tanto rumore per nulla?

Un esperto di sicurezza informatica ci ha raccontato che quando aveva subito un lutto in famiglia una sua vecchia compagna delle superiori aveva mandato le condoglianze via WhatsApp, su un numero di lavoro, quindi facilmente reperibile. Poco dopo Facebook gli ha proposto il nominativo tra le persone con cui avrebbe potuto stringere amicizia, anche se non c’erano altri contatti in comune, segno inequivocabile, secondo lui, che i due sistemi si erano scambiati i dati. Non sappiamo per certo se sia vero, ma sappiamo per certo che WhatsApp gestisce miliardi di messaggi al giorno ed è stata acquistata nel 2017 per 14 miliardi di euro. Poiché non si paga nulla per utilizzarla, né ci riempie di pubblicità, o pensiamo che Zuckerberg sia un mecenate oppure dobbiamo concludere che i soldi saltino fuori da qualche altra parte. In teoria il GDPR dovrebbe proteggerci, soprattutto dopo la sentenza che ha abrogato il Privacy Shield, ma si sa che tra teoria e pratica non sempre c’è perfetta intesa. D’altra parte, quanti di noi utilizzano questo strumenti e quanto sarebbero disposti a pagare adeguatamente per averli? In ogni caso le reazioni hanno portato ad una sospensione dei nuovi termini di privacy policy, vedremo.

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