Quando l’hacker attacca i dati sanitari
Purtroppo viviamo in un mondo dove i criminali non si fermano davanti a nulla, nemmeno davanti a situazioni già difficili perché la salute viene a mancare. E se già è grave che vengano condivisi dati di pazienti psichiatri o dati relativi al flusso mestruale, diventa inaccettabile che dati personali riguardanti situazioni più serie, come l’HIV o un pacemaker, possano essere utilizzati per ricattare ed estorcere denaro, arrivando a provocare il decesso o inducendo al suicidio se non si viene accontentati. In quest’ottica la gestione rigorosa dei dati personali e la conseguente attenzione alla sicurezza informatica è indispensabile. Inoltre l’idea di parzializzare i data base, separare gli accessi, limitare in qualche modo la possibilità di accedere a tutti i dati di tutti i pazienti potrà rendere un po’ più laborioso ricostituire la storia clinica di uno specifico paziente, oppure effettuare analisi statistiche generali, ma almeno riduce i danni in caso di compromissione.
La comunicazione dell’ASL dell’Abruzzo