Psicologi poco attenti alla privacy

Confessore e psicologo dovrebbero portarsi i nostri segreti nella tomba, ma gli hacker sono sempre in agguato. Se il confessionale è abbastanza sicuro, a meno di microspie nella grata, lo psicologo deve prendere appunti scrivere referti, fornire pareri, quindi una certa mole di documenti si forma inevitabilmente. Se si tratta di documenti elettronici, il rischio data breach è sempre in agguato, ma nel caso dell’Ordine degli psicologi della Lombardia pare che ci sia stata anche un po’ di negligenza, per cui il Garante ha dovuto sanzionare. Quello che però non è chiarissimo dalla lettura del dispositivo è la ragione per cui l’Ordine conservasse, oltre ai dati degli iscritti, anche dati di pazienti, se si è data la giusta lettura. Probabilmente veniva messo a disposizione degli iscritti uno spazio “sicuro” dove archiviare alcuni dati. Inutile dire che, oltre alla delicatezza dei dati rubati, si tratta anche di un brutto colpo alla credibilità della professione.