Smart working sotto controllo? No del Garante

Lo smart working, per definizione, consente di lavorare da remoto senza particolari vincoli, se non quelli di risultato, nei quali sono compresi anche gli obblighi di partecipare – anche in teleconferenza – a riunioni e incontri. Al di là di questo, se il dipendente si collega da Milano o da Cuba cambia poco (purché siano garantiti gli standard di connessione e di sicurezza). E’ pertanto una violazione, da parte del datore di lavoro, procedere ad una geolocalizzazione. Questo anche se nel contratto è prevista la presenza ad un indirizzo specifico, posto che, in questo caso, non si può più parlare di lavoro agile, ma di telelavoro, e si tratta di due fattispecie diverse.