domenica, Febbraio 16, 2025
Articoli stranieri

Veicoli (e non solo) connessi: serve una riflessione

Stavolta è toccato alla Volkswagen, ma può succedere a chiunque: un data breach ha disperso nel WEB i dati di 800.000 veicoli. A seconda di cosa viene raccolto, i dati relativi all’auto sono molto sensibili: danno informazioni sullo stile di guida, sui luoghi frequentati, su eventuali persone trasportate e così via. Se fate un colloquio di lavoro e l’intervistatore sa che ogni settimana andate in visita da un oncologo vorrà assumervi? Se frequentate night club, massaggiatrici, persone equivoche cosa penseranno amici e parenti? Avete piacere che tutti sappiano che ogni sera frequentate un circolo politico o religioso? Questo vale per le auto, che si stanno arricchendo di connessioni, sensori scatole nere, ma anche per tanti oggetti connessi, a partire dall’ovvio telefonino, per proseguire con smartwatch, smart tag e ogni altro aggeggio connesso alla rete. Al di là dell’episodio specifico, quindi, forse è il momento di fermarsi un momento e chiedersi se ne vale davvero la pena, se veramente gli indubbi vantaggi generati da questi strumenti siano sempre così significativi da compensare queste perdite di libertà individuale.

Un data breach piuttosto importante ha disperso i dati di centinaia di migliaia di auto

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