Spiare il coniuge è reato. Anche in casa propria
Rientra nella linea interpretativa ormai consolidata della Corte, questa decisione sullo spionaggio domestico: con la legittima intenzione di difendersi in giudizio, un tale ha registrato conversazioni tra la moglie e il padre di lei, nella casa coniugale, alla quale ha pertanto accesso legittimo, senza dover violare un domicilio. Si ritiene tuttavia che il concetto di domicilio debba essere inteso non tanto in senso fisico, quanto nel senso della riservatezza delle azioni che in esso si compiono.