domenica, Aprile 28, 2024
Articoli stranieri

Attività religiosa e gestione delle immagini

Celebrazioni religiose, processioni, attività di oratorio, conferenze… Sono tante le occasioni che vedono riprese audio/video durante varie attività religiose, soprattutto da quando il covid ha fatto scoprire in molte comunità l’utilizzo di vari Social per condividere la celebrazione con chi non può partecipare. Sono anche molti gli oratori o altri gruppi religiosi che si sono dotati di profili Facebook, Instagram o quant’altro per condividere le attività svolte, attirare nuovi partecipanti, restare in contatto con ex frequentatori. Certo, il discorso vale anche per associazioni sportive, club e simili, ma in questo caso si aggiunge il fattore delle convinzioni religiose, che sono dati particolarmente sensibili. Naturalmente il primo passo è l’informativa: se la funzione è trasmessa su Youtube o simili i partecipanti devono saperlo, così come deve essere chiaro se una zona, ad esempio le prime file, sono riprese in modo diretto, mentre altre parti della chiesa sono escluse. Per le processioni vale l’approccio di qualunque evento pubblico: un conto è una ripresa di massa, anche se qualche viso può essere riconosciuto, un conto sono primi piani, senza il consenso di chi viene ripreso; per altre attività collaterali ovale naturalmente la regola del consenso e dell’informativa: se partecipo ad un’attività dell’oratorio non posso ritrovarmi sui Social senza saperlo. La proposta di una chiesa del Kenya è stata l’occasione per pensare a cose direbbe il GDPR se analoga iniziativa fosse presentata qui in Europa.

Da una chiesa del Kenya qualche spunto di riflessione

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