martedì, Luglio 16, 2024
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App di credito sociale: bene o male?

Mentre Federprivacy si schiera recisamente contro l’idea di app di social scoring, noi siamo più possibilisti, anche se sarà molto difficile trovare un punto di equilibrio tra la privacy e la dignità delle persone ed i vantaggi che queste app possono portare. Che in ogni idea possa esserci qualcosa di positivo è innegabile; già tante app sono basate su un sistema di punteggio e di valutazione. Un prodotto su Amazon o un hotel su Booking viene valutato, è accompagnato da commenti, che consentono non solo di valutare la qualità generale, ma anche di capire se è adatto a noi: una coppia di mezza età avrà esigenze e aspettative diverse rispetto a un giovane di vent’anni e un albergo adatto ad uno non lo sarà per un altro, pur avendo entrambi una qualità ed una professionalità indiscutibili. Su ebay venditori e acquirenti vengono valutati. Perché allora spaventarci se un’app pubblica ci valuta come cittadini, evitando che un hooligan salga sul treno se l’obiettivo è di sfasciarlo, mentre una piccola infrazione può essere compensata dalle tante ore di volontariato? Certo, ogni invasione da parte dello Stato nella sfera privata è pericolosa per la libertà e la democrazia, quindi non poter usufruire di un servizio pubblico non è la stessa cosa di avere un punteggio basso su ebay, quindi occorre prudenza; ma neppure sembra un’idea da scartare a priori, senza una valutazione approfondita.

App di credito sociale: una deriva verso il controllo

Social scoring: un’idea da scartare prima che prenda piede

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