Diffusione contenuti erotici: giro di vite

Due decisioni rappresentano un giro di vite sulla diffusione di contenuti erotici, veri o falsi che siano. Il Garante ha agito contro una piattaforma che assicurava la “svestizione” di una persona, partendo dal volto e dal fisico intuibile da una foto normale. Chiaramente si tratta di un utilizzo illecito di immagini. Ancora più interessante è una sentenza della Corte di Cassazione, che ha dato un’interpretazione estesa e piuttosto ardita del reato previsto dall’art. 612ter del codice penale, ovvero la diffusione non consensuale di immagini erotiche. Questo articolo, nato per contrastare il revenge porn, viene evidentemente esteso a una condivisione non consensuale di contenuti a pagamento. Certo, chi carica un filmato su un sito che prevede il pagamento per l’accesso lo fa per trarne un profitto; tuttavia qui non viene contestata la violazione del diritti d’autore o del diritto all’immagine, come ci si aspetterebbe, ma un reato molto specifico. Non c’è il rischio di mettere sullo stesso piano la diffusione di un contenuto “rubato” da un momento intimo rispetto a un contenuto pubblicato volontariamente, anche se per diversa finalità?
Il Garante contro le app che “spogliano” le persone
La sentenza della Corte di Cassazione:
2025-10-20-Condivide-un-video-_hot_-di-OnlyFans-con-un-amico-per-la-Cassazione-e-reato-di-Revenge-Porn-Federprivacy