Investigatori privati e privacy
A parte le varie autorizzazioni prefettizie, l’investigatore privato è tenuto a rispettare i principi del GDPR. In particolare, trattandosi di un’attività che per definizione va a interagire con dati di aziende e di privati, non si può proibire a priori di venire a contatto con dati personali, né si può evitare i venire a conoscenza di dati che riguardano persone del tutto estranee all’incarico. Pensiamo al classico caso di sospetto tradimento: nel seguire il soggetto si vedrà che questo va dal barbiere, parla con l’edicolante, con la cameriera del bar e poi magari si incontra effettivamente con l’amante: chiaramente tutti i dati non necessari dovranno essere scartati e non conservati. Nel caso contestato dal Garante l’investigatore aveva accertato che una lavoratrice effettivamente usufruiva dei permessi L. 104 per assistere la madre, ma è stato giudicato eccedere le finalità e quindi non rispettoso del principio di minimizzazione entrare nello specifico della malattia.
Per il Garante anche gli investigatori privati devono rispettare il principio di minimizzazione