giovedì, Aprile 25, 2024
Sentenze europee

Il contrasto alla corruzione e la privacy

Purtroppo è un problema diffuso in tutto il mondo, anche se in alcuni Paesi è particolarmente critico. La corruzione, a tutti i livelli, fa perdere di fiducia nelle Istituzioni, innesca meccanismi perversi, fa perdere di vista l’interesse pubblico e l’uguaglianza dei cittadini. Naturale, dunque, che ci siano norme volte a contrastarla, regole che solitamente sono basate sulla trasparenza, sul rendere pubblici gli introiti e il patrimonio dei soggetti più esposti. Ma come impedire che il soggetto esposto appaia perfettamente in regola, senza che parenti e amici ricevano i benefici illeciti in suo nome? Come impedire che il coniuge figuri come consulente ben retribuito, per lavori inutili e mai svolti? Fino a che punto è giusto estendere il controllo e la pubblicità del patrimonio a chi ruota attorno al soggetto a rischio? La legge lituana era piuttosto severa in questo senso, ma la Corte europea l’ha ritenuta eccessiva, poiché anche la privacy ha un suo peso, per cui non è lecito rendere pubblico lo stato patrimoniale di chi non ricopre cariche pubbliche, ma è semplicemente persona ad esso vicina.

La Sentenza C 184/20 sui rapporti tra corruzione e privacy

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