La Carta d’identità come base di profilazione?
E’ sempre noioso dovere compilare le schede con i dati personali per avere una tessera-fedeltà (che peraltro serve più al negozio per conoscere le nostre abitudini di acquisto che all’utente per avere reali sconti), quindi perché non dotarsi di un lettore e trasferire direttamente i dati dalla carta d’identità? Facile, veloce… e illegale. Almeno così ha concluso la Corte di Cassazione belga dopo una lunga vicenda giudiziaria, considerando illegittimo e non proporzionale questo uso del documento d’identità, che contiene anche altre indicazioni non pertinenti oltre ai meri dati anagrafici, per cui viene confermata la condanna di un negozio di vini e liquori, che emetteva tessere fedeltà dietro acquisizione elettronica dei dati del documento di identità. Spesso però si confonde un trattamento illegittimo con l’illegittimità dell’intera pratica: una tessere sconti, per sé, è assolutamente lecita, così come è lecito inserire pubblicità in un servizio mail gratuito. Però con le dovute cautele, come recentemente ribadito da una sentenza UE.
L’uso del documento di identità elettronico non è legittimo per erogare sconti e promozioni