Blockchain e GDPR
Anche se pochi le hanno capite veramente, tutti parlano delle blockchain come se fossero la soluzione a tutti i problemi: dobbiamo migliorare il traffico? Gestiamo i semafori con le blockchian. Vogliamo garantire la sicurezza dei data base pubbilci? Blockchian! E così via.
In realtà la blockchain è una tecnologia che consente di distribuire le informazioni contenute in un data base su più nodi collegati fra loro, in modo tale che se un nodo viene distrutto o alterato gli altri riescono a conservare l’informazione originaria, garantendo continuità ed inalterabilità. Da un punto di vista del GDPR questo approccio è sicuramente un’ottima notizia, dato che si tratta di due requisiti importanti nella gestine del dato.
Tuttavia le blockchain distribuiscono anche informazioni in modo sparso e frammentato, e questo è un fatto molto meno favorevole dal punto di vista della privacy e della sicurezza dell’accesso. Si tratta dunque di far le cose per bene, al fine di massimizzare i vantaggi ed evitare i problemi.
Questo articolo esamina la questione da un punto di vista soprattutto giuridico, spiegando su quali norme si può fondare l’analisi.