venerdì, Aprile 19, 2024
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Lavoratori: impronte digitali con moderazione

Una recentissima ordinanza di Cassazione, della quale ancora non abbiamo il testo completo (anzi, se qualche lettore la trovasse e volesse inviarcela sarebbe apprezzato) sta suscitando qualche commento del tipo “secondo la Cassazione il datore di lavoro non può raccogliere le impronte dei dipendenti”. In realtà il GDPR, secondo il Garante, non è così drastico, ma certamente impone alcuni limiti. Anzitutto l’accordo con i lavoratori dev’essere specifico e non un generico consenso al trattamento dei dati in forma elettronica. In secondo luogo occorre verificare se è veramente la strada migliore: in un laboratorio dove si effettuano ricerche delicate e magari pericolose un ingresso con parametri biometrici può sicuramente essere non solo possibile, ma consigliabile, per evitare che un estraneo raccolga il badge caduto per terra. In altri casi può essere invece una raccolta inutile, in quanto lo stesso risultato di controllo delle presenze può essere effettuato con metodi meno invasivi.

La Cassazione si pronuncia sull’uso delle impronte sul luogo di lavoro

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