I doveri riguardo la portabilità
Una delle novità interessanti del GDPR è stata la portabilità del dato, un’opportunità per cittadini e imprese, che stenta però a decollare per vari motivi. Anzitutto l’interoperabilità dell’apparato tecnico: ogni impresa sviluppa o personalizza un set di dati ed in mancanza di standard è difficile che i dati di un sistema possa essere letto da un altro. Molti poi hanno male interpretato la norma, pensando alla portabilità come un’implicita richiesta di cancellazione dal luogo d’origine, mentre se ad esempio sono da anni cliente di una libreria online e vogli aprire un nuovo account – trasferendo la conoscenza che ha di me il vecchio sito – posso benissimo duplicare i dati, mantenendo entrambi gli account. In secondo luogo troppo spesso si pensa che la portabilità sia riferita sostanzialmente all’indirizzo ed ai dati anagrafici. Niente di più sbagliato, anche perché è più rapido inserirli di nuovo: una libreria, per continuare il nostro esempio, negli anni ha capito cosa ci interessa e cosa no, quali autori leggiamo subito, quali saggi ci interessano, quali testi sono utili per la nostra attività professionale. E’ questo il bagaglio che ci si dovrebbe portare appresso, per non ripartire da zero con un nuovo fornitore ed è un vantaggio per i consumatori ed uno stimolo per le imprese.