venerdì, Aprile 19, 2024
Articoli italiani

Il deep fake sotto la lente del Garante

Applicata ad immagini, fisse o in movimento, l’intelligenza artificiale può avere tantissime applicazioni importanti, come la simulazione dell’invecchiamento per definire i tratti attuali di bambini scomparsi anni prima, per ricostruire volti di faraoni mummificati e per tante applicazioni buone. Ci possono anche essere applicazioni ludiche innocue, come l’apporre il proprio volto su un dipinto famoso o inserirsi all’interno della scena di un film. Fin quando si gioca, ed è evidente che lo si fa, niente di male, ma se il deep fake va a toccare la sfera intima delle persone, oppure se si nasconde il fatto che è un falso, allora si può far dire a personaggi politici frasi che li escludono dalla corsa elettorale, si può far mal figurare un altro candidato per soffiargli il posto di lavoro, si può far figurare che una donna ha partecipato a film a luci rosse. Ecco allora che il Garante ha posto la propria attenzione su un’app che “spoglia” le donne, ovvero associa il volto ad una libreria di corpi femminili, scegliendo quello che ritiene più adatto in base alle informazioni dedotte dalla foto (vestita).

Il Garante ed il deep fake

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