Ancora coronavirus e diritti civili
Si stanno moltiplicando le restrizioni per tentare di bloccare il coronavirus e si stanno di conseguenza moltiplicando i controlli su tutto il territorio, anche con sistemi tecnologici, già in essere o da implementare a breve. Analisi delle celle telefoniche, verifica dei sistemi di pagamento elettronico, uso di droni e di sistemi di sorveglianza possono aiutare a trovare chi potenzialmente diffonde il morbo, violando i decreti. Addirittura braccialetti elettronici, come quelli imposti ad Hong Kong. Ma sempre con un occhio alla privacy ed ai diritti fondamentali, anche se, certo, in una situazione paragonabile ad uno stato di guerra non si può andare troppo per il sottile. Ben vengano allora analisi, opinioni, interventi di costituzionalisti ed esperti di privacy, come il prof. Pizzetti. Ma più o meno sono tutti d’accordo che il punto centrale, in questi momenti, non è il diritto alla privacy, ma la soluzione del problema. E ci sentiamo di aggiungere: purché siano di qualche efficacia, neppure il principio di proporzionalità può essere la sola scriminante.
A Hong Kong braccialetti elettronici contro il coronavirus
Monitorare gli smartphone senza violare (troppo) i diritti
Il coronavirus non uccida anche i diritti fondamentali
I droni sono consentiti per lottare contro il virus