Coronavirus e privacy nel mondo
Parlando in generale, c’è chi è più attento alla privacy e chi è diversamente democratico, ma in questo periodo tutti i Paesi stanno fronteggiando il coronavirus e tutti stanno cercando soluzioni, anche a costo di usare sistemi invasivi per controllare chi non rispetta la quarantena e diventa quindi un diffusore più o meno involontario del morbo. Certo, in condizioni di emergenza, non si bada troppo alla forma. L’importante è che, a emergenza cessata, non sparisca il virus e rimanga la sorveglianza. Peraltro sorge anche qualche dubbio: mettere in piedi un sistema di controllo come quello utilizzato in Corea del Sud richiede tempo, risorse, comporta errori e debugging. A pensar male, si può ritenere che fosse in nuce già prima. A pensar peggio, che sia stato semplicemente allargato o reso pubblico.