Il Garante boccia il programma ISTAT
L’articolo ha un titolo un po’ drastico e fuorviante. Il censimento permanente è un’idea nata in occasione del precedente censimento generale del 2011 e dal 2012 i Comuni trasmettono tutti gli anni le liste anagrafiche all’ISTAT. Il problema, pertanto, non è il censimento in sé, che rientra sicuramente nei compiti dell’ISTAT e può effettivamente aiutare nel basare le decisioni su dati fondati, bensì nel fatto che l’Istituto aveva intenzione di allargarsi un po’ troppo, convenzionandosi con privati come catene di supermercati e gestori telefonici, raccogliendo quindi in modo nominativo dati di consumo ed altri dati personali. Insomma, non una bocciatura all’idea in sé, ma un legittimo freno agli eccessi, dato che un’analisi statistica non deve diventare una schedatura individuale.