Blockchain e GDPR: una convivenza possibile?
Le blockchain sono nate per garantire la sicurezza dell’immutabilità dei dati. Se, ad esempio, compro tot pezzi di una criptovaluta, il mio interesse è che detto ammontare non vari, se non a fronte di una transazione lecita. Senza entrare nel dettaglio tecnico, finora le blockchain si sono dimostrate decisamente sicure, certo più dei contanti o dei normali prodotti di denaro elettronico, facendo la fortuna di bitcoin.
Tuttavia questa intrinseca natura di immutabilità va a cozzare contro uno dei pilastri del GDPR, ovvero la conservazione selettiva dei dati, per cui non è ammesso conservare un dato per un tempo più lungo del necessario, né tantomeno per un tempo indefinito.
Certo, un’informativa chiara che spieghi la condizione aiuta, però è condizione necessaria ma non sufficiente. Insomma, a meno di aumentare la complessità matematica e tecnologica delle blockchain, sembra piuttosto difficile renderle pienamente conformi al Regolamento.