Ma queste app di contact tracing si possono usare?
Ovviamente se ogni persona portatrice del virus avesse un neon in testa per avvisare gli altri, il contagio si sarebbe fermato. E’ ciò che ha tentato di fare la Cina, con un sistema di bollini verdi, per garantire che chi entra in un negozio o in un luogo di lavoro sia ragionevolmente sano. Il sistema ha anche dato risultati positivi in Corea del Sud o a Singapore, dove però l’attenzione alla privacy non è elevata. Si possono dunque usare in Europa le app di tracciamento? C’è un modo di renderle efficaci e compatibili con la privacy? L’esperto Matteo Flora ci spiega alcuni aspetti, ma resta da capire, se l’app non viene resa obbligatoria, quale efficacia possa avere, come renderla obbligatoria, anche se il Garante punta sulla volontarietà, poiché non è detto che tutti abbiano uno smartphone. Però il punto cruciale, a parere di Privacy Italiana, non è sull’opportunità o meno di usare questi sistemi o se renderli o meno obbligatori, quanto piuttosto: funzionano? Per quanto tempo? Si può realmente realizzare una app efficace, che nel giro di un mese faccia scomparire il virus e poi scompaia lei, senza che siano più controlli invasivi?
L’app dovrebbe essere obbligatoria?
Il punto di vista di Matteo Flora (video)
L’audizione del Garante alla Camera (in videoconferenza)
La lotta deve essere al virus, non all’intimità delle persone