App di controllo per il coronavirus
Purtroppo in troppi non rispettano le norme, divenendo così diffusori più o meno involontari del virus. Allora in tutto il mondo si moltiplicano le iniziative – più o meno efficaci e più o meno democratiche – per controllare chi sgarra. In Italia già sono stati fatti studi statistici, non nominativi, per capire quanto la gente stia in casa e quanto si muova quando è costretta a farlo; in Australia si installano le telecamere davanti alle porte di chi è stato messo in quarantena, in Spagna si autorizza il tracciamento, ma con garanzie sulla privacy. In Italia si forma una commissione di esperti, che arriverà ad una conclusione a emergenza superata. Ma è una buona notizia: come ha dimostrato il disastro del sito INPS messo su in fretta, certe cose non si improvvisano e quindi l’Italia non si era attrezzata. Con questo non si vuol certo dire che la Corea del Sud, che è stata capace di attivare il tracciamento in pochi giorni, fosse già in pista, saranno semplicemente più bravi di noi.
Australia e telecamere di controllo per chi si trova in quarantena