Dubbi del Garante su impronte digitali nella PA
I cosiddetti “furbetti del cartellino”, ovvero quanti timbrano la presenza e poi spariscono, oppure nemmeno si presentano, lasciando ad altri l’onere di timbrare, danneggiano anzitutto i dipendenti onesti, che si trovano a dover fare il lavoro al posto degli altri ed a prendersi gli insulti del pubblico irritato per l’inefficienza. Dunque ben vengano i sistemi di controllo e dissuasione di questi illeciti, tuttavia il fatto di prendere le impronte digitali o avviare altri parametri di controllo biometrico pare non proporzionato e soprattutto inefficace nei confronti di chi bolla ed esce. Il Garante ha sollevato quindi alcune perplessità nei riguardi dello schema di regolamento che avrebbe introdotto questi controlli.