Un deriva pericolosa?
Dopo i fiumi di inchiostro versati in tutta Europa per interpretare ed implementare il GDPR, una svolta pericolosa rischia di vanificare tutto lo sforzo fatto e la struttura stessa della protezione dei dati personali. Una proposta di direttiva apre infatti al cosiddetto secondary use, ovvero ad un utilizzo dei dati diverso rispetto a quello per cui sono stati raccolti. In realtà già il GDPR apre a questa possibilità, ma limitatamente a scopi di ricerca e statistici, ovvero a necessità dello Stato. Dunque l’apertura ad un utilizzo di dati per scopi diversi in modo generalizzato rischia di far crollare tutta l’incastellatura, dato che il consenso – strumento peraltro piuttosto abusato – non verrebbe concesso in modo mirato, ma autorizzerebbe, di fatto, a spargere in giro i dati raccolti senza controllo.