Per indagine si può accedere alle comunicazioni elettroniche?
La risposta è certamente sì: uno Stato, attraverso i suoi organi di polizia, può naturalmente accedere ai dati relativi alle comunicazioni elettroniche, comprensive di dati personali e di altre informazioni che possono essere contenute, superando quindi la generale tutela dei dati personali e della corrispondenza. Tuttavia non bisogna dimenticare che sussiste un principio di proporzionalità, dunque non è sufficiente che l’accesso sia debitamente autorizzato e inserito all’interno di un’indagine giudiziaria: occorre che l’accesso sia giustificato dalla gravità della situazione. Nel caso specifico, si trattava di abbinare ai codici di telefoni rubati alle carte SIM degli utilizzatori. La Corte ha ritenuto che non si tratti di una situazione di gravità tale da giustificare l’ingerenza nella vita privata degli utilizzatori. In barba al reato di incauto acquisto!