Il lupo non perde il vizio?
Dopo il grande scandalo di Cambridge Analytica e l’entrata in vigore del GDPR possiamo sperare in una maggiore attenzione per i nostri dati personali? Possiamo essere sicuri che una mail non solo non venga letta, ma non venga neppure analizzata in termini di orari, geolocalizzazione di mittente e destinatario ed altri metadati? Le nostre abitudini di consumo restano riservate?
Da quanto si legge in giro non sembra che i grandi player del WEB abbiano perso le loro abitudini, quelle sulle quali hanno peraltro costruito il loro profittevole modello di business: mail spiate, accordi fra motori di ricerca ed operatori di carte di credito, in generale una costante ricerca di dati personali a fini commerciali (per non dire anche politici)