App gratis? Sei tu il prodotto
Tra gli esperti del settore è oramai dato per scontato: se ti regalano qualcosa sei tu il prodotto.
Certo ci possono essere lodevoli eccezioni, dall’appassionato di una materia che decide di condividere le proprie conoscenze, a quanti sono fedeli ad una fede o un’idea, per cui diffondono gratuitamente una app di preghiere, di idee politiche, di salvaguardia degli animali.
Però la maggior parte dei servizi professionali e pervasivi, da Google a Facebook, da Skype a Whatsapp richiedono infrastrutture informatiche gigantesche, personale dedicato, sviluppo continuo, e non possono certo essere offerte gratuitamente senza averne in qualche modo un ritorno. Dunque, se il prodotto non è il servizio in sè, deve giocoforza essere il suo utilizzatore, che rinuncia ad una parte della sua privacy in cambio del servizio, e consentendo così di essere profilato per ricevere pubblicità mirata.