giovedì, Aprile 25, 2024
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Cina: applicazione pratica della privacy

Che troppo spesso i bambini trascorrano troppo tempo davanti ai videogiochi, perdendo così sonno, concentrazione nella scuola, possibilità di crescere sani giocando all’aperto è un fatto noto ed un cruccio per molti genitori. Il Governo cinese ha però deciso di prendere di petto il problema, stabilendo un tempo massimo ed un orario serale invalicabile per queste attività ludiche. Se il principio espresso può avere un senso, anche se forse viene gestito con troppa rigidità, diventa difficile capire l’applicabilità: ogni device dedicato al gioco sarà controllato da remoto? La polizia entrerà in ogni casa per verificare che nessuno stia giocando oltre l’ora proibita? In ogni caso per poter applicare una simile normativa occorre un grado di invasività che in Occidente giudicheremmo intollerabile. E se almeno il controllo dei bambini può avere una qualche finalità legittima, meno spiegabile appare il controllo della comunità LGBT in ambito universitario. Insomma, la dicotomia tra la protezione dei dati anche superiore al GDPR imposta alle imprese e l’ampio accesso alle informazioni da parte del Governo, prevista dalla normativa e subito rilevata dagli osservatori internazionali, sta mostrando i suoi effetti prima ancora dell’entrata in vigore.

Cina: limite ai giochi online per i minori

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