giovedì, Aprile 25, 2024
Articoli italiani

Il controllo dei lavoratori smart

Diciamo subito che i lavoratori smart non andrebbero controllati nell’esecuzione del lavoro quanto nei risultati, altrimenti si dovrebbe parlare di telelavoro e non di lavoro agile. Tuttavia anche col lavoro agile, che non dovrebbe presupporre limiti di tempo e di luogo, ma obiettivi, c’è un margine di impegno fisso, ad esempio in occasione di riunioni (a distanza o in presenza), di assistenza alla clientela in orari definiti, nonché in termini di sicurezza (ad esempio un divieto ad utilizzare WiFi pubblici o un controllo sul download in locale di dati aziendali riservati) ed è quindi legittimo che il datore di lavoro eserciti un controllo. Fino a che punto, tuttavia, sono legittimi quei software che vanno a monitorare le attività svolte? Qual è il livello di dettaglio oltre il quale non è più ragionevole ma diventa violazione dei diritti del lavoratore?

Il controllo dello smart worker

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